Direzione Türkiye

Cenker Han, quel sogno italiano che arriva da lontano

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A volte il percorso é giá scritto, basta solo coglierne gli indizi. Altre volte, é quel sentire difficilmente decifrabile a spingere verso una direzione precisa. Cenker Han, giá laureato presso l’Unversitá Yeditepe di Istanbul ed esperto in Logistica e E-commerce, lo sa bene. Sin da piccolo, infatti, é sempre stato attratto dall’italianitá. ‘L’Italia á sempre stata il mio sogno’, esordisce non appena ci incontriamo. ‘Amo la sua cultura, la sua storia,il suo cibo e le sue squadre di calcio’, spiega con il sorriso genuino tipico di chi vede nella semplicitá la chiave di tutto. Oggi studente di Master in Economia e Comunicazione per la Gestione e ’Innovazione  all’Universitá Sapienza di Roma, Cenker racconta della sua infanzia passata a giocare a calcio indossando le maglie di Milan, Inter e Lazio. Una passione che é cresciuta con lui, guardando le partite in TV e tifando per quel calcio italiano firmato Kaká, Adriano, Simone Inzaghi. Oggi quel fanciullo é un adulto di ventotto anni che, trasferitosi da poco Italia, che non può fare a meno del sapore nostrano. ‘Ovunque mi trovi, anche in Türkiye, vado alla ricerca di pasta, pizza e cappuccino. Però, quando sono in Italia mi manca il kebab, la pide’, scherza mentre passa in rassegna le grandi complementarietá storiche e culturali tra i due Paesi.  Se la gentilezza, il senso dell’ospitalitá e il mettersi a disposizione sono i tratti comuni tra italiani e turchi, il giovane studente ha molti aneddoti personali da condividere. ‘Una volta mi trovavo in metro a Roma e non avevo il biglietto, una persona é stata cosí gentile da pagarlo per me’, esclama quasi a dare ulteriore forza al suo convinto amore per l’Italia. ‘Un’altra volta, non riuscivo a trovare una stanza dove stare come studente straniero e un italiano ha aperto le porte della propria casa, ospitandomi per qualche giorno’. Cenker é un fiume in piena quando parla delle sue esperienze, che sembrano segnate da una profonda complicitá con il Paese che lo ospita. Ne é fermamente sicuro: ‘Gli italiani amano la Türkiye e i turchi’. E cosí, sentire parlare turco, genererebbe una istintiva simpatia capace di rendere le cose più semplici. ‘In universitá é capitato che mi intrattenessi con degli amici turchi, un ragazzo italiano avvicinandosi mi ha chiesto da dove venissi e abbiamo iniziato a parlare di Istanbul’. Un’altra volta, un poliziotto, appena ha colto la provenienza di Cenker, lo ha aiutato ad espletare le sue trafile burocratiche. Episodio che gli é fermamente rimasto impresso, soprattutto per l’importante aiuto ricevuto. ‘ E’ come se l’Italia fosse il mio secondo Paese’, afferma senza mezzi, specifcando: ‘Non ho mai avvertito di essere straniero perché posso parlare facilmente con tutti, anche se onestamente non parlo ancora italiano’. E’ come se quello per l’Italia fosse un richiamo congenito. Al netto delle profonde affinitá, ci sono delle sottili differenze che, secondo lui, riportano principalmente al fatto che l’Italia, anche per sua tradizione, sa preservare egregiamente il proprio patrimonio storico. Sottigliezze a parte, l’amicizia tra Italia e Türkiye, italiani e turchi, é un dato granitico. ‘Sia dal punto di vista storico che strategico, non possiamo guardare all’Italia come un nemico’, chiosa Cenker sottolineando ancora una volta che siamo amici molto stretti. ‘Entrambi abbiamo le stesse radici, storiche e culturali. Mi piace ricordare che l’emblema di Roma é la Lupa, simbolo che esiste anche nella storia della Türkiye’. Il riferimento cosí puntuale non é stato scelto a caso: Cenker ha una grande passione per Roma, dove vive e dove vorrá continuare a stare, consapevole che comunque ci sará sempre un po’ di nostalgia per la famiglia e per la Türkiye, considerata sempre e comunque la sua prima casa’.  Contenti di aver fatto la sua conoscenza, siamo ben lieti di aver un amico in più.  Hayırlı olsun, Cenker Han.

 

A cura di Valeria Giannotta



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