Direzione Türkiye

Cristina Trivulzio di Belgiojoso, l’eroina italiana che visse in Türkiye

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La Türkiye e la sua cultura continuano ad incantare l’Italia. Il 25 Novembre scorso, infatti, presso la Biblioteca Nazionale Braidense a Milano si è tenuto un importante evento che ha portato alla luce aspetti nuovi che riguardano il già profondo legame storico tra i due Paesi. Il seminario “Cristina Trivulzio di Belgiojoso e il suo esilio in Turchia” si può interpretare come un prezioso prodotto delle sinergie tra il Ministero della Cultura italiana, il Museo di Brera, l’Università Cattolica di Milano, l’Ufficio per l’Istruzione del Consolato Generale della Repubblica di Türkiye a Milano e la Fondazione Trivulzio, che ha riscontrato un certo successo anche nel pubblico. Il parterre istituzionale ha visto la presenza di  Marzia Dina Pontone, direttrice della Biblioteca Nazionale Braidense; Tolga Erdoğan, attaché per l’istruzione del Consolato Generale di Türkiye; Elif Köse, Sindaco di Safranbolu e Gian Giacomo Attolico Trivulzio, presidente della Fondazione Trivulzio. Giunti dalla Türkiye, gli archivisti Orhan Özdil e Murat Babuçoğlu hanno spiegato come abbiano scoperto dell’esistenza di una principessa Italiana che ha vissuto per circa quattro anni nella cittadina anatolica di Safranbolu e di come abbiano condotto la proprio ricerca per portare alla luce maggiori dettagli. Le informazioni sulla vita di Cristina Trivulzio di Belgiojoso sarebbero contenuti in alcuni documenti conservati negli archivi Ottomani e ci sarebbero voluti circa otto mesi per dare loro ordine e iniziare i lavori di pubblicazione del volume scritto in turco sulla fanciulla. Sebbene il libro non sia in vendita, i partecipanti al seminario ne hanno ricevuto una copia omaggio in segno di amicizia e riconoscenza reciproca. All’importanza delle attività archivistiche, si aggiunge anche il grande contributo dello storico Yalçın Kılınç che ha mostrato il luogo esatto della fattoria dove avrebbe vissuto la principessa. ‘Il libro che presentiamo oggi si caratterizza per le fonti originali legate a Belgiojoso che si trovano negli archivi ottomani: si tratta di documenti amministrativi importanti e utili per illuminare alcuni elementi chiave dell’esilio, come le ragioni per le quali si sceglie di emigrare in un particolare paese; i problemi legati alla cittadinanza e alla naturalizzazione; la fortuna e gli espedienti messi in campo dagli esuli per sopravvivere; le reti di rifugiati che si creavano all’estero’, ha affermato Elena Bacchin, docente presso l’Università degli Studi di Venezia – Cà Foscari, spiegando il contesto storico in cui viveva la ragazza e le ragioni della sua permanenza in Türkiye.  Parlando del libro, Giorgio del Zanna, Professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ricorda come Cristina ‘abbia una scrittura fotografica, emergendo come  una grandissima giornalista di costume’.  ‘Le descrizioni precise e vivide di case, abbigliamenti, luoghi, ricordano i dagherrotipi dell’epoca che in un’immagine fissavano pezzi di vita orientale. Il suo sguardo smitizza molti luoghi comuni, a cominciare dall’idea fiabesca degli harem, senza però mitizzare con boriosa superiorità i successi occidentali, pur essendo convinta che l’Europa fosse in molti campi più avanti dell’Impero ottomano’, conclude del Zanna. Secondo Elena Riva, Università Cattolica, ‘L’esistenza di Cristina Trivulzio Belgiojoso è veramente degna di un romanzo: si tratta di una donna certamente straordinaria, sia per le vicende personali che per un percorso intellettuale che ha tardato ad essere riconosciuto dagli storici’. L’eroina Cristina ha, infatti, pubblicato una serie di articoli in francese dove racconta il suo viaggio attraverso l’Anatolia, la Siria, il Libano e la Palestina in un periodo peculiare per l’İmpero Ottomano, quello segnato dal processo riformatore “Tanzimat”. Non vi è dubbio, dunque, che grazie agli sforzi degli ultimi anni, all’immagine di questa eroina romantica è stato restituito il ruolo che merita anche nella storiografia italiana e che momenti di studio e riflessione come questi contribuiscano ad un’approfondita divulgazione culturale e all’ulteriore consolidamento dei rapporti italo-turchi.

 

 

 

A cura di Valeria Giannotta



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