Turchia chiama Italia

Quell’amicizia italiana di Musa Toprak

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Turchia chiama Italia

A volte l’amore per un Paese e per la sua cultura puo’ sbocciare sui banchi di scuola. Cosi’, anche per Musa Toprak, noto avvocato turco, l’interesse per l’Italia e’ dipeso in gran parte dai suoi percorsi accademici. Sin dai tempi  dell’universita’, lo studio della lingua italiana fu d’obbligo per l’allora studente di Giurisprudenza dell'Ankara Üniversitesi. ‘ Ho iniziato a imparare l'italiano perché durante i primi giorni della fondazione della Repubblica di Turchia il codice penale turco fu adattato a quello italiano.  Fu Atatürk a spingere i professori di legge a studiare i codici europei ed applicarli in Turchia per garantire una piu’ rapida modernizzazione del Paese’, esordisce Musa, specificando come il codice penale italiano, noto come codice Zanardelli, fosse il piu’ avanzato in quel periodo e, quindi, un esempio per gli altri Paesi. E’ grazie a una borsa di studio dell’Istituto di Cultura Italiana di Ankara che il giovane Toprak arriva la prima volta in Italia per imparare la lingua. Negli anni del suo Master in diritto penale, ritorna come studente Erasmus, il primo della sua universita’. L’amore verso l’Italia fu letteralmente a prima vista; da Firenze a Roma la curiosita’ l’ha spinto a ripercorrere il Bel Paese da nord a sud. ‘Era una notte di luna piena quando sono uscito dalla stazione Termini per raggiungere a piedi Piazza Repubblica e in quel momento ho sentito che avrei avuto un legame speciale con l’Italia, che considero bellissima. Quell'estate ho trascorso un mese a Firenze; ho viaggiato da Venezia alla Sicilia in treno per tre settimane e l'anno successivo sono arrivato a Catania come studente Erasmus’, racconta emozionato Musa Toprak, enfatizzando l’importanza di tali esperienze :‘Il tutto mi ha dato una migliore comprensione del Paese e della lingua; passare più tempo in Italia, soprattutto in Sicilia, mi ha fornito una prospettiva diversa sulla realta’ dell’Italia, che va oltre il suo cibo eccellente e la sua bellezza architettonica, aiutandomi a maturare la consapevolezza di come l'Italia sia forse il pilastro più importante della cultura europea’. Durante la sua carriera professionale, l’avvocato ha poi continuato a visitare l’Italia anche in qualita’ di delegato dell'Ordine degli avvocati turchi. Certamente, nelle sue lunghe e ripetute tappe italiane, Musa Toprak ha anche imparato molto. Per sua stessa ammissione, prima di partire la sua conoscenza del repertorio culturale nostrano era limitata ad acune canzoni popolari. ‘La scoperta di Fabrizio de André e Paolo Conte ha letteralmente arricchito la mia vita’, confida, ‘Ho appreso con una certa eccitazione del ruolo dei cantanti italiani nella metà del XX secolo e cio’  mi ha aiutato a  comprendere meglio la cultura occidentale. Oltre alla musica, ero un ammiratore della letteratura italiana anche prima di imparare la lingua; ho letto Il Barone Rampante di Calvino e Il Deserto dei Tartari di Buzzatti, opere che hanno ampliato le mie prospettive. In seguito, ho avuto la fortuna di trascorrere un mese in una scuola di scultura a Carrara, una piccola città di artisti e lavoratori del marmo, la cui tradizione risale ai tempi prima di Michelangelo’. Stupore ed emozione, dunque, dettati dalla bellezza dell’arte, ma anche da eventi che hanno segnato la storia di Italia. ‘Mi ha profondamente colpito venire a conoscenza degli eroi dei tempi moderni; i membri dei giuristi italiani e delle forze dell'ordine, come Falcone e Borsellino, impegnati nella loro lotta contro la criminalità organizzata’, specifica. Senza dubbio, Musa ha un sguardo profondo e attento e quando l’Istituto di Cultura italiana di Ankara e’ stato chiuso, lui stesso si e’ dato da fare per colmare il vuoto. ‘Quella decisione fu per me, come per tanti altri, uno shock personale, perché il centro faceva parte della vita culturale di Ankara dal 1956. A parte i miei legami personali con l’Istituto, la decisione ha ignorato il valore della costruzione di ponti culturali sopratutto in un momento storico in cui le persone si stavano allontanando dall'Europa’, ammonisce il legale, ricordando come tale manovra abbia purtroppo contribuito a impoverire culturalmente la capitale turca. ‘Casa Italia e’ stato il mio tentativo di reagire’, afferma risoluto. ‘Dopo aver deciso di aprire un centro culturale, ho fondato l'Associazione di amicizia Italiana utile per ospitare il nuovo centro. Ho, quindi, fatto domanda all'Ambasciata italiana ad Ankara per ottenere sostegno morale. Spiegando all’Ambasciata il mio progetto dedicato alla lingua e cultura italiana, ho affermato chiaramente che non ci avrei mai provato senza il loro supporto e senza la partecipazione degli insegnanti dell'ex Istitiuto di Cultura Italiana. In questo, il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Ankara (Dil Tarih) è stato un grande sostenitore fin dai primi giorni’, spiega Toprak. Come centro culturale, oggi Casa Italia offre corsi di lingua italiana e latina ed ospita l'unica biblioteca italiana ad Ankara; nella sue sede si proiettano film, si organizzano conferenze e atelier in italiano. Ma non solo, Casa Italia si occupa della pubblicazione dell’unico periodico in lingua italiana di Ankara -Il Giornalino di Casa Italia- e recentemente e’impegnata con la pubblicazione di libri. ‘Casa Italia è un centro culturale per costruire ponti personali con la lingua e la cultura italiana. Per me è un modo per dimostrare a che punto sono nel processo di modernizzazione turca, che risale al 1850’, ribadisce il Presidente, rendendo noto che ogni anno, con il gentile supporto dell'Ambasciata italiana, vengono elargite quasi cento borse di studio per corsi di lingua in Italia.‘I nostri corsi e le nostre attività mettono in contatto il popolo turco con la lingua e la cultura italiana; per alcuni di loro e’ il primo incontro in assoluto, per altri e’ un modo per mantenere i propri legami con questo bellissimo Paese che già conoscono’ e, continuando, Musa puntualizza: ‘Stiamo anche organizzando eventi per bambini italiani e turco-italiani. Sono lontani dal loro paese d'origine, frequentano scuole internazionali o turche, per cui fornire loro un luogo dove impiegare il proprio tempo libero con attività culturali, come se fossero in Italia, mi dà grande soddisfazione’. Tra le attivita’ proposte Musa Toprak ricorda con piacere la pubblicazione del libro del dottor Dr. Zeki Hafızoğulları, basato sulla sua dissertazione all’Universita’ la Sapienza su "L'Inegibilita’ nel Diritto Penale", la cui unica copia disponible fu battuta con la macchina da scrivere. ‘Siamo riusciti a farne un libro e a presentralo ai ricercatori turchi, tra cui spiccavano molti dei suoi studenti, oggi professori. È stato un evento davvero speciale’, chiosa orgoglioso.  La stessa emozione provata quando nel 2018, grazie alla passione e agli sforzi nel costruire ponti tra Italia e Turchia, il dottor Toprak  e’ stato decorato dalla Presidenza della Repubblica Italiana  'Cavaliere della Stella di Italia'. Forte della sua esperienza, l’avvocato non esita a riportare l’attenzione sulla fragilita’ della rete di contatti che lega Italia e Turchia e sui problemi finanziari legati alle attivita’ culturali. Tuttavia, e’ indubbio che il popolo turco abbia un atteggiamento positivo nei confronti dell'Italia e degli italiani. ‘L'immagine generale è molto positiva. Ma la maggior parte delle persone considera l'Italia come un bel paese con del buon cibo, semplicemente un luogo di vacanza. Non posso dire che sia sbagliato, l'Italia è un Paese meraviglioso per fini turistici, ma dovrebbe esserci una maggiore consapevolezza sullo stato attuale degli affari economici bilaterali. A questo proposito per Casa Italia abbiamo realizzato una campagna di pubbliche relazioni dal titolo ‘L'italiano non è solo la lingua dell'arte, del cinema e della musica, ma è anche la lingua dell'economia’. Abbiamo preparato annunci e opuscoli sui social media che riportano i dati economici su Turchia e Italia. Lo stesso si può fare per gli italiani, per raccontare loro le opportunità economiche e commerciali che offre la Turchia’, aggiunge, riferendosi alla mancanza di informazioni accurate. ‘Purtroppo c'è un'immagine della Turchia quale Paese non sicuro, che deriva forse dalla crisi siriana e dagli attacchi terroristici vissuti negli ultimi anni. Molti studenti italiani dicono addirittura che gli è stato detto di non venire in Turchia; ci dovrebbe essere uno sforzo specifico per raccontare lo stato delle cose al di là dei miti e della propaganda’, dichiara senza mezzi termini. In questo, lui stesso vede nella letteratura e nella traduzioni di opere turche un modo per diffondere conoscenza oggettiva. Insomma, Musa Toprak e’ il perfetto rappresentante dello spirito di amicizia tra Italia e Turchia, incarnato appieno nella sua associazione e nelle sue iniziative. Non possiamo, dunque, che accogliere e rilanciare il suo invito per la creazione di un netwrok con  controparti italiane, utile a migliorare ulteriormente le esisenti relazioni, e ringraziarlo per gli sforzi profusi fino ad oggi. Her şey için Tesekkür ederiz!

 

A cura di Valeria Giannotta



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