Turchia chiama Italia

La Turchia spiegata da Carlo Marsili

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Turchia chiama Italia

 

L’Istituto Yunus Emre di Roma ha lanciato il nuovo programma ‘Conversazione sulla Turchia’ che, in onda ogni domenica sui suoi canali ufficiali social, ospitera’ personaggi chiave dei rapporti tra Italia e Turchia. Protagonista della prima puntata intitolata ‘Quanto conosciamo la Turchia?’ non poteva che essere colui che da molti e’ considerato l’eterno Ambasciatore di Italia in Turchia, sua eccellenza Carlo Marsili. Il suo mandato ad Ankara, dal 2004 al 2010, e’ un caso unico sia per la durata- il piu’ lungo incarico di un diplomatico italiano in Turchia- sia per lo sforzo investito a consolidare le relazioni bilaterali anche in chiave europea. ‘Il suo cv non ha bisogno di presentazioni: sia dal punto di vista diplomatico che da quello personale il contributo dell’Ambasciatore Marsili e’ fondamentale per la costruzione dei rapporti tra i nostri Paesi’, ha dichiarato il Professor Şeref Ateş, Presidente dell’Istituto Yunus Emre, sottolineando che lo scopo principale dell’Istituto ‘e’ avvicinare il popolo del mondo al popolo turco, legandone le anime’.  Con un riferimento al filosofo italiano Giordano Bruno, il Prof. Ateş ha aperto la sessione ricordando che nel 2021 verra’ celebrato il settecentesimo anniversario della morte del pensatore turco Yunus Emre, vero e proprio messaggero di pace e punto di contatto tra i popoli. In questa cornice la dottoressa Sevim Aktaş, direttrice dell’ufficio di Roma, accennando all’esistenza di diverse visioni sulla Turchia, ha avviato la conversazione con Carlo Marsili. ‘La Turchia e’ un Paese poco conosciuto in ogni parte del mondo quando invece dovrebbe essere il contrario’, ha esordito l’Ambasciatore, puntualizzando: ‘La Turchia e’ un grande Paese, vicino all’Italia e collocato in una posizione geostrategica unica, che lo rende parte del disegno politico europeo e dei suoi interessi economici. La divisione a cui siamo abituati dai libri di scuola e’ certamente sbagliata; basta guardare la mappa per capire che geograficamente la Turchia e’ collocata interamente in Europa. Cipro, ad esempio, e’ piu’ a oriente di gran parte dei territori turchi, quindi, se Cipro e’ in Europa, lo e’ anche la Turchia’, continua Marsili. D’altro canto, la Turchia e’ a cavallo tra due continenti e, se dall’Asia ha vissuto diversi influssi, nel 1923 con la fondazione della Repubblica diviene anche europea a livello di valori e orientamento. ‘Tuttavia, storicamente una certa connotazione europea e’ sempre stata presente: l’Impero Ottomano ha partecipato a guerre ed alleanze con il nostro continente e solo piu’ recentemente il Paese ha ritrovato la dimensione mediorientale. In ogni caso, l’impegno della Turchia nel Mediterraneo dimostra un grande legame con questa zona e con l’Europa’, ribadisce il diplomatico, il cui rapporto con il Paese e’ profondo e molto articolato. ‘Ho vissuto nove anni ad Ankara, sette da Ambasciatore e due da giovane diplomatico. Ho girato per la Turchia, ho sposato una donna turca e  continuo ad occuparmene scrivendo articoli ed analisi’, specifica. ‘Trovo la societa’ turca molto civile, gentile, educata e con un senso di ospitalita’ piu’ forte che in ogni altra parte del mondo. Certamente, e’ una societa’ nazionalista e cio’ si spiega con la storia e con quella sensazione di avere piu’ nemici che amici.. Posso dire che quando si e’ amici con un turco, lo si e’ per sempre’ e con un sorriso compiacente l’Ambasciatore aggiunge: ‘Quella turca non e’ una societa’ omogenea, ci sono forti differenze tra le zone costiere e quelle anatoliche, ma mi sono trovato bene ovunque e ho sempre sperimentato una certa simpatia verso l’Italia. Una volta abbiamo messo in scena l’opera italiana all’interno delle mura del castello di Diyarbakir e ha avuto molto successo’, ricorda. Nel grande dinamismo turco riconosce, inoltre, l’importante contributo delle donne che, ‘pur vivendo grosse difficolta’, in Turchia hanno potuto godere del diritto di voto dodici anni prima che in Italia, affermandosi in seguito nel mondo del lavoro e in politica’. Parlando di diplomazia, Marsili esprime poi una grande stima, peraltro condivisa da molti, per i colleghi turchi che lui stesso definisce ‘di primo ordine nel presentare il meglio: un compito non sempre facile in quanto la Turchia non gode di buona pubblicita’’. Su questo non nutre alcun dubbio: ‘Anche nei periodi difficili, come e’ stato quello della mia prima esperienza ad Ankara tra il 1979-1981, ho trovato grande disponibilita’ e sentimento di amicizia da parte dei diplomatici turchi. Ho molti amici: Volkan Bozkır, oggi Ambasciatore e Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU; due sono membri di partiti all’opposizione; Murat Esenli, attuale Ambasciatore a Roma, che sta facendo un lavoro eccezionale. Posso dire che il lavoro del diplomatico turco e’ difficile, ma viene fatto con successo anche nei momenti piu’ sfortunati  come durante i terribili eventi del 15 Luglio 2016’, sottolinea deciso. Cosi’ come e’ risoluto nel sostenere l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. ‘Da sempre ho dedicato molto lavoro nel supportare la Turchia presso il governo italiano e quelli europei. Durante il mio mandato da Ambasciatore ad Ankara  abbiamo avuto due visite presidenziali: Ciampi (2005) e Napolitano (2009); Berlusconi come Presidente del Consiglio sette volte; Prodi due volte. I problemi in chiave europea sono iniziati dopo i negoziati quando alcuni Paesi hanno fatto marcia indietro, commettendo un grave errore. Nel 2005 il negoziato si e’ aperto all’unanimita’ e la Turchia ha avviato riforme molto importanti ed ugualmente apprezzate poi si e’ presentato lo scoglio di Cipro, che non doveva far parte della trattativa europea. Su questo c’e’ da dire  che i turchi votarono a favore del Piano Annan e i greci  furono contrari: il torto non e’ dalla parte turca’, ammonisce l’Ambasciatore, richiamando l’importanza di riavviare il dialogo, aggiornando l’unione doganale e liberalizzando i visti di ingresso per i cittadini turchi. ‘Basterebbe un po’ di volonta’, ad Ankara, Istanbul, Izmir non noto alcuna differenza con l’Europa: sono societa’ molto simili che devono essere integrate’, ribadisce. E alla domanda sull’impatto dell’Islam in Turchia Carlo Marsili non esita a dire che la religione si vive in un modo meno visibile che in altri posti. ‘Nel 1979-81 era un fatto privato poi ci sono state delle riconsiderazionie e  oggi e’ piu’ visibile; il principio di societa’ laica e secolare rimane anche se la religione gioca un ruolo in politica, come succede ovunque’. Ripercorrendo i tanti episodi in Turchia, diversi riportano il sorriso sul volto dell’Ambasciatore che in ogni caso non cela un certo palato sopraffino quando si trova a parlare di cucina, apprezzando  diversi piatti dalla grande varieta’ di verdura ai kebab,di cui gradisce particolarmente l’Adana, ai Kayseri mantısı, alle tante varieta’ di çorba e di pesce che varia dal kalkan alle hamsi per poi gustare i tanti dessert tipici come l’aşurehelvaayva e tulumba tatlısı’. Insomma, Carlo Marsili e’ un Ambasciatore in tutto e per tutto, ma soprattuto e’ un vero amico della Turchia. Speriamo che questa realta’, che lui stesso conosce cosi’ bene, venga presto scoperta da altri. E siamo certi che, come l’Ambasciatore ha sottolineato piu’ volte, dopo essere arrivati qua quell’alone di pregiudizio scomparira’ lasciando il posto a  note di apprezzamento ed esperienze uniche. Provare per credere! Denemekten zarar gelmez ( non si perde nulla, provandoci), sizleri de Türkiye’ye bekliyoruz ( vi aspettiamo in Turchia).

A cura di Valeria Giannotta



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