Turchia chiama Italia

Turchia, l’hub delle opportunita’

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Turchia chiama Italia

‘Italia e Turchia sono l’uno per l’altro i piu’ ovvi e promettenti partner; siamo due Paesi destinati a lavorare insieme e tale e’ la nostra priorita’’, con queste parole ha esordito Özgür Uludüz, Console Generale della Repubblica di Turchia a Milano, nel suo intervento di apertura del webinar ‘Innovazione ed ecosistema industriale in Turchia’, organizzato dall’Ufficio per gli Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia. Che le relazioni bilaterali abbiano solide basi storiche, culturali ed economiche e’ stato gia’ rimarcato, tuttavia il dato nuovo e soprendente e’ che, sebbene si prospetti una crisi globale, il livello dei reciproci investimenti non sembra destinato a rallentare. L’obiettivo enfatizzato piu’ volte, anche a seguito della visita ad Ankara del Ministro degli Esteri Di Maio, sono i 30 miliardi di dollari di interscambio commerciale, una soglia verosimilmente raggiungibile data la massiccia presenza di aziende italiane in Turchia e il grande attivismo di quelle turche in Italia. E’ proprio a fronte di tali premesse che ‘ bisogna rimanere produttivi e continuare ad attrarre investimenti, evitando approcci introversi e protettivi.«Aspetta e vedi» non solo non e’ la formula corretta in questo momento cosi’ delicato, ma e’ anche un grossolano errore strategico’, ammonisce il Console che, operando nel Nord Italia, sa bene quanto il business conti per il benessere del paese e per la sua proiezione internazionale. La Lombardia e’, infatti, la regione piu’ prospera, il cuore pulsante dell’economia e luogo della principale diaspora turca presente in Italia. Ma non solo, in questo periodo di pandemia, purtroppo, e’ stata l’area piu’ colpita di tutte con ripercussioni importanti anche in termini economici. Al contrario, la Turchia ha mostrato una certe resilienza: in una prospettiva comparata, i dati dell’infezione da Covid-19 sono positivi anche grazie ai grandi investimenti compiuti negli ultimi anni nel settore sanitario e alla capillare presenza di strutture mediche a livello territoriale. Senza  dubbio, questi sono fattori di forza che hanno agevolato la ripresa economica. ‘La Turchia e’ un grande Paese’, afferma Alfredo Nocera, rappresentante per l’Italia dell’Ufficio Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia, specificando che tra il 2002 e il 2019 e’ stata l’economia che e’ cresciuta piu’ velocemente tra i paesi OECD e che nel primo trimestre di quest’anno il PIL si e’ attestato al 4.5%. ‘La popolazione turca e’ giovane, dinamica e ben istruita, basti pensare che la meta’ dei turchi ha meno di 32 anni e questo ha ovviamente un impatto positivo su economia, tecnologia e scelta dei consumi’, spiega Nocera. Con 850.000 laureati all’anno, prevalentemente nella facolta’ di ingegneria e medicina, e una ampia classe media con un vasto potere d’acquisto, la Turchia non solo e’ un grande mercato ad alto potenziale, ma anche l’hub perfetto per la produzione e l’export. A questo proposito e’ doveroso il riferimento a Istanbul, intesa come porta di connessione globale con collegamenti diretti verso 122 Paesi e 255 destinazioni operati da Turkish Airlines. In un contesto culturalmente orientato verso il business le opportunita’ sono molteplici. La presenza di forza lavoro qualificata, ma anche il contenimento dei costi orari manufatturieri e i bassi livelli di tassazione rendono il Paese della Mezzaluna un mercato molto appetibile per gli investimenti stranieri. I vantaggi nell’avviare attivita’ sono concreti: secondo quanto stabilito dalla Banca Mondiale, la Turchia nel 2020 si colloca al 33mo posto in un rank di 190 Paesi in termini di facilita’ nello stabilire un business, per cui si stimerebbe un processo di sette giorni. Un dato evidentemente positivo e in costante miglioramento negli anni, come dimostra la massiccia presenza di multinazionali e di aziende italiane. I settori piu’ competitivi risultano automotive; macchinari e attrezzature elettriche; aerospazio e difesa; agroalimentare; infrastrutture e finanza. Tuttavia, vi sono ampi margini per un’ulteriore espansione. Puntando molto sulla ricerca e l’innovazione, negli ultimi anni sono stati implementati numerosi progetti di sviluppo legati alla presenza di Technopark, Centri di Ricera e all’attivita’ delle Universita’. Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT), raggiungendo i 27 miliardi di dollari con il 40% in software, sono certamente un ambito verso cui guardare.Nel 2019 gli abbonamenti a rete fissa e mobile a banda larga  sono stati oltre 76,6 milioni; il mercato dell’e-commerce, crescendo a un ritmo annuo del 35%, ha raggiunto circa 15 miliardi di dollari cosi’ quello dei giochi elettronici, con la recente acquisizione  del Peak Games turco, costata 1,8 miliardi di dollari al colosso americano Zynga, e’ un astro in ascesa. Nella stessa logica le start up che, grazie a 102 miliardi di dollari investiti da business angel e venture capital, sono entrate nella prima serie dei paesi europei. L’ICT consta oggi di 2.000 aziende in cui sono attivi sia attori locali che internazionali, per un totale di circa 139.000 impiegati di cui il 56% sono laureati, il 21% lavorano in Ricerca e Sviluppo (R&D); il 32% sono donne e circa il 70% hanno meno di 35 anni d’eta’. Le telecomunicazioni rappresentano lo zoccolo duro del mercato con una crescita che si e’ raddoppiata negli ultimi anni raggiungendo i 97 miliardi di lire turche e un tasso di possesso di telefoni cellulari e smartphone tra i piu’ alti al mondo (98.7%). Tutti questi elementi, fungendo da corollario alla posizione geostrategica del Paese, rappresentano opportunita’ concrete per tutte quelle aziende che mirano a incrementare i propri flussi commerciali tramite investimenti produttivi, godendo altresi’ di facile accessibilita’ ai mercati vicini. Forte di una rete logistica efficiente e di partnerhsip pubbliche-private, dimostratesi un valore aggiunto di benessere economico e sociale, Ankara  beneficia della fitta rete di relazioni internazionali intessute nel tempo, dall’unione doganale europea ai 25 accordi bilaterali che hanno dato accesso a un vasto mercato di libero scambio. In tale computo vi sono da considerare, inoltre, gli incentivi che il governo turco offre agli investitori stranieri anche in termini di assistenza. Su queste premesse e’ utile, dunque, guardare in prospettiva e lavorare insieme. Ne sono ben consapevoli i rappresentanti di Italia e Turchia che recentemente hanno annunciato la nuova edizione di JETCO-Joint Economic and Trade Commission allo scopo di discutere di investimenti e del rafforzamento della collaborazione economica non solo nei rispettivi contesti, ma anche in paesi terzi. D’altronde, se niente è più costoso delle opportunità perdute, la condivisione di obiettivi e valori è una valida fonte di motivazione. Şimdi daha çok çalışma ve üretme zamanı. (Ora e’ il tempo di lavorare e produrre di piu’)

                                                                                                     A cura di Valeria Giannotta



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