Turchia chiama Italia

'La voce della Turchia in Italia - Barış Seçkin'

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Turchia chiama Italia

Se e' vero che ogni grande amore inizia con ansia, il rapporto con l’İtalia di Barış Seçkin- oggi corrispondente a Roma dell’agenzia di stampa turca Anadolu Ajansı- e’ stato da principio connotato da fastidio e nervosismo.  Ha solo cinque anni quando la madre e il padre lo lasciano per recarsi a Roma per il matrimonio di un’amica İtaliana, ricorda Barış, sottolineando con una punta di ironia che sin dall’infanzia e’ ‘affetto dalla sindrome di abbandono per l’Italia’. Un esordio un po’ traumatico per quella che con il tempo e’ diventata una voce autorevole del giornalismo turco. L’interesse vero e proprio per l’Italia nasce negli anni del liceo con una presentazione sul ‘Bel Paese’, che solletica ulteriormente la sua curiosita’. Qualche anno dopo si reca per un viaggio in Portogallo e ne rimane affascinato al punto che vorrebbe trasferirsi. Capisce che in caso di esperienza all’estero la meta ideale sarebbe un Paese mediterraneo, caldo e amichevole, certamente non uno del Nord Europa. A quel punto, la vera questione era: ‘dove imparare il portoghese ad Ankara?’, racconta sorridendo. ‘Ad Ankara non c’era un İstituto di cultura portoghese, quindi ho lasciato perdere e mi sono iscritto all’Istituto di cultura italiana’. E’ il 2004 quando si aprono le porte dell’Italia.

Mentre la sua passione vera era lo sport, e nello specifico il calcio, Barış si accorge che, soltanto dopo due mesi di lezione di  italiano, riesce a capire le interviste ai giocatori. A questo punto, con una punta di severita’ ammonisce: ‘devo sottolineare l’importanza dell’Istituto Italiano di cultura, che e’ stato tuttavia chiuso nel 2014’. La sua e’ un’opinione certamente condivisa da tutti gli addetti ai lavori in Turchia, ma soprattutto dalla comunita’ ankariota che all’epoca si e’ mobilizzata con raccolte di firme e appelli, purtroppo risultati vani. E’ proprio all’interno di quelle mura che sboccia l’amore per l’Italia. Dopo aver vinto una borsa di studio, nel luglio 2006 si reca a Roma. E’ un’estate importante per gli Italiani che a Berlino vincono i Mondiali di calcio. ‘Ero nelle strade delle capitale in mezzo ai festeggiamenti, proprio in quel momento ho capito che volevo vivere in Italia’. Il suo e’ un entusiasmo sincero che sin dall’infanzia fa perno sulla passione calcistica e una grande simpatia per la seria A. ‘Ho tifato per il Milan e per la Juventus, che e’ senza dubbio la squadra piu’ grande. La Fiorentina ha un significato particolare perche’ rispecchia il mio amore per la citta’, nato durante i miei studi all’Univerista’ di Firenze’.

Ma non solo, in quel periodo cresceva anche la sua attenzione verso i giornalisti turchi presenti in İtalia. ‘Mi sono iniziato a chiedere: perche’ non considerare il giornalismo per il mio futuro?’, ci racconta Barış. Al suo rientro in Turchia continua con assiduita’ a studiare italiano e l’anno dopo (2007) parte di nuovo. ‘Questa volta ho viaggiato di piu’, sono andato a Milano a vedere lo stadio di San Siro; a Pisa; Firenze, Venezia’. E in quello stesso periodo fa un incontro importante, ha l’occasione di conoscere personalmente Lütfüllah Göktaş – allora corrispondente di Anadolu Ajansı e NTV-, che lo aiuta a capire piu’ da vicino il mestiere del giornalista. ‘Lütfüllah Göktaş e’ stata una fonte di ispirazione e di visione’, e con i suoi grandi occhi neri che brillano Barış prosegue: ‘dopo la laurea (2008) avevo tutta l’intenzione di fare un master in Italia e cosi’, mentre vincevo una nuova borsa di studio per Firenze, sono stato accettato a un Master in comunicazione a Pisa’. Ha, tuttavia, rifiutato l’opportunita’, una scelta dettata da questioni di cuore e dal fatto che Pisa non l’aveva davvero conquistato. Torna cosi’ ad Ankara e, dopo aver passato con successo l’esame di giornalismo, riceve la chiamata di Anadolu Ajansı. Inizia come corrispondente dello sport da Ankara, ma vuole perfezionarsi e partire per un corso di studi all’universita’ di Firenze. E’ il 14 gennaio 2010 quando intraprende il cammino che lo conduce ad essere il giornalista affermato di oggi. ‘Per diciotto mesi ho frequentato il master in comunicazione del patrimonio culturale e nel frattempo lavoravo come free lance e assistente di Lütfüllah Bey.  Un giorno di gennaio, mentre scrivevo la mia tesi, intercetto una news: ‘Lütfüllah Göktaş nominato consigliere stampa del Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdoğan’’. Certamente una gran bella notizia che, comunque, lascia un po’ di sorpresa. Barış si precipita a congratularsi, dall’altra parte riceve preziosi consigli e parole di incoraggiamento: ‘Se non segui solo lo sport e copri tutto con dedizione, puoi prendere il mio posto’. Quello e’ stato un vero momento di volta. ‘Ho cercato di lavorare bene. Era il periodo delle Primavere Arabe, in Italia c’erano tanti dossier e tante discussioni sulla Libia, proprio come oggi’, puntualizza. Anadolu Ajansı lo ha approvato. A soli ventitre anni Barış Seçkin raggiunge l’obiettivo che si era prefissato. Con una certa modestia ammette: ‘ho avuto chanches, ma ha vinto anche l’amore per l’Italia’. In ogni caso, quando ha avuto la possibilita’ di coprire l’ufficio di Roma, ha vissuto con preoccupazione la decisione; la madre si era ammalata e la lontananza da casa aveva il suo peso. ‘Alla fine ho deciso di rimanere, ma ho chiesto a mia mamma di guarire’. Come in ogni storia dal lieto fine, il desiderio si avvera e oggi l’Italia per Barış e’ una vera e propria seconda casa. ‘Il 12 giugno prossimo, quando la Turchia giochera’ contro l’İtalia per gli Europei 2020, cantero’ due inni nazionali. Personalmente non vedo l’ora; per me non e’ un confronto, ma l’incontro dei miei due Paesi’.

L’amore che passa dal calcio, ma anche l’amore per il proprio lavoro, per la Turchia e per l’Italia cosi’ come ogni sforzo atto a un’ informazione oggettiva, sono i fattori vincenti in quella che e’ una storia di successo. Succede, pero’, che a volte si debba fare i conti con la mala-informazione e con visioni di parte. ‘Vi e’ una percezione falsata della Turchia, la Turchia ha sempre attirato attenzione in Italia, nel bene e nel male. Sono comunque due Paesi che riescono a parlarsi e a capirsi’, riconosce Barış. ‘Nel mio lavoro vedo che la Turchia crede nell’Italia, ne sono esempi la costruzione del terzo ponte sul Bosforo a Istanbul o la piu’ recente inaugurazione dell’azienda del vetro turca Paşabahçe a Foggia. Dal punto di vista prettamente personale, l’Italia accoglie con la sua cultura, con la sua gente calorosa’. E certamente il calore umano e la praticita’ degli italiani hanno convinto Barış Seçkin, che non possiamo che ringraziare per il suo costante sforzo a gettare luce e veicolare informazioni da e verso Italia e Turchia, due Paesi tanto peculiari che solo occhi attenti e profondi possono sintetizzare cosi’ ineccepibilmente.

                                                                                                                                                        A cura di Valeria Giannotta



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