Storico discorso del presidente Erdogan all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Lo storico discorso del presidente Recep Tayyip Erdogan alla 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite...
Lo storico discorso del presidente Recep Tayyip Erdogan alla 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il presidente Erdogan nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU), ha dichiarato:
“Cosa state aspettando per impedire il genocidio a Gaza, per dire 'stop' a questa crudeltà e barbarie?”.
La 79esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha riunito i leader degli Stati membri dell'ONU, è iniziata a New York.
In seguito ai discorsi del Segretario generale dell'ONU Antonio Guterres e del presidente degli Stati Uniti (USA) Joe Biden, ha preso la parola il presidente Erdogan.
Il leader turco iniziando il suo discorso con la seguente frase: “Anche se alcuni si sentono a disagio, vorrei parlare apertamente di alcuni fatti a nome dell'umanità qui oggi sulla piattaforma comune dell'umanità”, ha aggiunto:
“Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, cosa state aspettando per impedire il genocidio a Gaza, per dire 'stop' a questa crudeltà, a questa barbarie? Cosa state aspettando per fermare la catena di massacri che mette in pericolo la vita dei suoi stessi cittadini insieme al popolo palestinese?
Gaza, che è sotto gli attacchi israeliani dal 7 ottobre, è diventata il più grande cimitero di donne e bambini del mondo. Centinaia di bambini di Gaza vengono uccisi perché non riescono a trovare un boccone di pane o una ciotola di zuppa. I valori che l'Occidente difende stanno morendo.
L'amministrazione israeliana sta attuando una pulizia etnica, un palese genocidio contro una nazione, ignorando i diritti umani di base. Proprio come Hitler fu fermato per mezzo dell'alleanza dell'umanità 70 anni fa (in Germania), (il primo ministro israeliano Benjamin) Netanyahu e la sua rete di assassini devono essere fermati proprio dall'alleanza dell'umanità.
La creazione di uno Stato palestinese indipendente, sovrano e geograficamente integrato, con Gerusalemme Est come capitale, non può essere più rimandata. Così come siamo contrari a prendere di mira i musulmani soltanto per la loro fede, siamo anche contrari all'antisemitismo.
Invito gli altri Stati che non riconoscono la Palestina a passare dalla parte giusta della storia in questo momento critico e a riconoscere lo Stato di Palestina il prima possibile”.