Turchia chiama Italia

Tra Turchia e Italia,  i romanzi di Elsa Zambonini

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Turchia chiama Italia

Ci sono dei viaggi che non finiscono mai, iniziano per diletto o curiosita’ e si trasformano in veri e propri percorsi di vita. E cosi’, nella splendida cornice di Istanbul, Elsa Zambonini sembra aver coronato un sogno. Arrivata inizialmente per una breve vacanza pasquale, e’ stato l’incontro con una guida locale, particolarmente interessante e coinvolgente, a spingerla sempre di più verso la Turchia, che non solo è stata meta costante delle sue vacanze estive, ma è addirittura diventata casa e famiglia. ‘Ho sposato la guida dopo cinque anni. All’epoca ero insegnante di ruolo alle scuole medie in Italia e ho dovuto dimettermi; ho ricominciato come supplente al Liceo Italiano di Istanbul e vi ho lavorato per circa otto anni mentre mettevo al mondo due figli’, racconta Elsa che, conclusa l’esperienza di insegnamento, ha iniziato a occuparsi del Circolo Roma , la centenaria e apprezzata associazione socioculturale italiana della città sul Bosforo. In quella sede Elsa hoca, tiene svariati corsi, dall’astrologia alla decorazione sul legno, ma soprattutto ha dedicato particolare attenzione alle sezione viaggi de La gazzetta di Istanbul, il giornale dell’associazione di cui è stata anche correttrice di bozze. E siccome molto spesso sono le circostanze della vita a segnare il percorso, da un incontro e uno scambio di idee è nata l’idea di scrivere un libro sulle visite di noti personaggi italiani a Istanbul. ‘In breve mi resi conto che la narrazione delle visite non era così interessante e rimasero nel racconto solo come traccia. ‘Lo stivale d’oro di Istanbul’ si riferisce alla presenza di Italiani in Turchia, particolarmente di Levantini (famiglie viventi in Turchia, ma di origine italiana)’, spiega l’autrice, specificando che il secondo romanzo, ‘Istanbul, il viaggio sospeso’, si incentra attorno alla figura di Papa Roncalli nel un periodo storico (1944) in cui era nunzio apostolico a Istanbul. ‘Mi sono dovuta documentare parecchio e ho costruito una storia su una coppia di ebrei in fuga verso Israele che vengono in contatto con Roncalli, il quale aiutò fattivamente i rappresentanti di quel popolo di passaggio a Istanbul’. Il terzo libro, ‘Acque del Bosforo Acque del Piave’, invece, oltre alla solita Istanbul, comprende sostanziosi apporti relativi alla tragedia del Vajont nel bellunese, zona da cui proviene la stessa scrittrice che ha avuto modo di conoscere alcune della vittime a cui viene dedicato il libro.  ‘La protagonista della trilogia è Lisa, un’insegnante italiana che impara a indagare nel primo volume svolgendo ricerche sulla tomba di sua madre e la sua storia. Nei due libri successivi e nel quarto, che sta per essere pubblicato, continua a indagare perché coinvolta in vicende inquietanti e pericolose. I temi trattati sono parecchi: letteratura di viaggio, differenze culturali anche nei rapporti sentimentali in quanto Lisa intraprende una convivenza col turco Emre, levantini, maternità vera, surrogata (Lisa ha una tata) ed eroica, solidarietà amicale, paternità integrale o solo biologica, prevaricazione dell’uomo sulla compagna, traffico internazionale di stupefacenti e organizzazione mafiosa, la condizione degli ebrei in Italia dopo le leggi razziali del 1938, campi di concentramento - quanto se ne sapeva all’estero, posizione passiva del Vaticano alle notizie sulla Shoà’, illustra la Zambonini che continua: ‘Nel libro in uscita ‘Andrea e Andrea’ ancora maternità, questa volta maledetta, quando il bimbo in seno è il figlio del mostro violentatore, traffico di minori, mafia, i centri di accoglienza per immigrati, il campo per siriani dell’isola di Lesbo’. C’è tanta Turchia negli scritti di Elsa Zambonini, un Paese che lei stessa descrive come ‘politicamente molto diviso, disposta a tollerare imposizioni che altri popoli non sopporterebbero, accogliente verso gli stranieri e verso la cultura occidentale, dove è facile confrontarsi con la popolazione scolarizzata, laica o non integralista’. ‘L’abbigliamento e perfino i volti sono sempre più indistinguibili dagli occidentali. Per l’uso del denaro sono inclini a spendere per cibo e beni a breve ciclo di utilizzo più che a lungo. Sono propensi a buttare via suppellettili di casa dopo l’uso e a non conservare. Non c’è la cultura di soffitte e cantine’, chiosa l’autrice sottolineando che il senso di ospitalità è grande e accomunabile all’Italia del sud mentre il nazionalismo turco è naturalmente più permeante di quello italiano come il sentimento religioso che in certe zone dell’ Anatolia è ancora intenso’. Ringraziamo dunque Elsa Zambonini per i suoi contributi letterari e le contaminazioni culturali che è stata capace di sintetizzare nella produzione di romanzi così profondi e accurati. A voi tutti, buona lettura. Iyi okumalar!



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