Turchia chiama Italia

Quelle strane coincidenze...

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Turchia chiama Italia

Con la fine dell’estate e il ritorno alle consuete attivita’ professionali, permangono molte preoccupazioni e interrogativi riguardo il processo di normalizzazione da coronavirus. Purtroppo, sia in Italia che in Turchia, come in tante altre parti del mondo, si e’ recentemente registrato un incremento di casi positivi che desta non pochi timori soprattutto in riferimento alle modalita’ di riapertura delle scuole e all’adozione di misure efficaci a garanzia della salute pubblica. Sebbene il distanziamento sociale e l’uso obbligatorio di mascherine siano diventati ormai prassi nel nostro quotidiano, la pandemia sembra inarrestabile. Nessuno e’ davvero immune e molte sono le persone infette, tra cui spiccano anche volti noti del jet set e del mondo politico. Da ultima, in Italia ha destato scalpore la notizia del ricovero dell’ex Premier Silvio Berlusconi, affetto da Covid-19. La cosa e’ rimbalzata sulla stampa internazionale ed anche sulle maggiori testate turche che da subito hanno espresso simpatia e solidarieta’ a Berlusconi. L’Ufficio della Presidenza della Comunicazione della Repubblica di Turchia a Roma ha prontamente esteso gli auguri di pronta guarigione all’ex Presidente del Consiglio. In un tweet  del 3 settembre si legge, infatti, ‘Porgiamo i nostri migliori auguri di pronta guarigione all’ex premier e Presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, risultato positivo al coronavirus’. Un gesto amichevole che conferma ancora una volta il solido legame tra i due Paesi e la forza delle relazioni bilaterali, che vanno oltre i manifesti politici. Quasi per uno sfortunato parallelismo della sorte, nelle stesse ore da Ankara e’ giunta conferma della positivita’ di Binali Yıldırım, gia’ Primo Ministro della Repubblica di Turchia, e della consorte Semiha, costretti all’isolamento domiciliare, ma in buone condizioni fisiche. A loro e tutti coloro che stanno lottando contro il virus va il nostro pensiero per una rapida e piena ripresa. Insomma, dopo una breve pausa estiva in cui, quantomeno psicologicamente, lo stress accumulato durante il lockdown aveva lasciato il posto a un certo sollievo, oggi da piu’ parti ci ritroviamo a fare i conti con un virus che continua a diffondersi, fomentando diverse teorie e interpretazioni. Sensazioni e disagi condivisi a livello internazionale che nel proiettarsi al prossimo autunno lasciano tutti con il fiato sospeso. Ancora oggi il periodo di obbligata quarantena sembra essere per molti un’eventualita’ da scongiurare proprio per l’effetto distorsivo sulle vite di ognuno. Tuttavia, c’e’ chi ha reso quella parentesi un momento di approfondimento e di relativa produzione artistica. Simona Treccosti, giovane promessa del mondo dell’arte italiana, e’ autrice di una serie di tavole che ben ripercorrono gli istanti chiave del lockdown con colpi di pennello pieni di carica emotiva. E’ stato proprio mentre l’Italia  si stava fermando, perche’ travolta dall’emergenza, che a Reggio Calabria Simona ha dato sfogo alle proprie emozioni, sentendosi particolarmente ispirata dalle sfortunate circostanze. Riproducendo su tela quanto stava accadendo in macro nel Paese, ma anche nella vita privata dei singoli individui, l’artista e’ riusciuta a rendere indelebile il vissuto di un quotidiano stravolto dalla pandemia. Scene domestiche, di costrizione tra le mura di casa- alleviata da esperimenti culinari e tentativi di panificazione- sono quelle condivise da ognuno di noi, in Italia come in Turchia e in ogni altro angolo del mondo. Cosi’ come i divieti vissuti dai bambini che da un momento all’altro non sono potuti piu’ uscire per andare a scuola o a giocare all’aperto con i compagni. Malesseri e ricordi dipinti a tinte fosche su cui si imprimono con forza pochi, ma decisi tocchi di colore come a voler imporre la vita, la speranza, la possibilita’ della ripresa. In altre parole, nella rassegna ‘Cronache su tela. Cronaca pittorica del lockdown’ di Simona Treccosti vi e’ tutto il sentire di un percorso inaspettato: dallo stress sperimentato dalla coppia alla solitudine nel dover affrontare una circostanza del tutto nuova; dalla passeggiata con il cane a pochi metri da casa, intesa come un breve intervallo nell’imposta clausura, alla distanza obbligata tra le persone.  Scampoli di storia recente, che mirano a immortalare, come un lascito per futura memoria, tutta l’angoscia vissuta dall’intera umanita’, da Milano ad Ankara, da Shangai a Washington, da Reggio Calabria a Teheran. E a proposito di inaspettato, la mostra di Treccosti  si e’ distinta per essere luogo di significative coincidenze e simbolo della grande connessione che esiste tra Italia e Turchia. Forse per caso o per una questione di alchimia, tra i primi visitatori, nonche’ acquirente di un’opera, Salvatore Cardile in poche battutte ha rivelato di essere un grande appassionato di Turchia sia per questioni di interesse storico che per motivi piu’ strettamente personali, basti pensare che il figlio, come lui stesso racconta, e’ bilingue. Cosi’, con estrema naturalezza nel profondo sud di Italia le chiacchiere da circostanza hanno lasciato il posto a disquisizioni piu’ marcatamente incentrate su questioni e dinamiche turche.  Con grande spirito di gratitudine Simona e Salvatore non hanno esitato a far riferimento al cuore grande dei turchi e a  ricordare che la Turchia e’ stata tra i primi paesi ad inviare materiali sanitari all’Italia, accordando un significativo sostegno umanitario in quello che e’ ricordato da tutti come ‘il periodo piu’ buio della nostra storia recente’. Incontri piacevoli e concidenze che potrebbero essere intesi come l’esito di una ricca rete di energie che attraversano il Mediterraneo. Dopo tutto, si dice che le coincidenze non esistano e che non siano altro che una fitta rete di fili che collegano eventi, persone e informazioni secondo il principio di sincronicita’. Un legame molto stretto che fa perno su simultaneita’ di eventi legati dal senso e dall’intima connessione degli individui con l’ambiente. Cio’ che ci collega e favorisce determinate conoscenze e relazioni e’, dunque, una potente forza invisibile che all’evenienza si appalesa portando con se’ significati profondi. Di questo linguaggio ricco di ‘false coincidenze’ e’ testimonial il celebre regista turco Ferzan Özpetek. Maestro nel suo genere, e’ stato recentemente  insignito del celebre Premio SIAE perche’ ‘attraverso storie intime e con le suggestione della sua Turchia di provenienza, fotografa il nostro quotidiano da piu’ di vent’anni incarnando quel cinema che si nutre della societa’ che racconta mentre si adopera per migliorarla. (...) Capace di raccontare la magia di Istanbul, le relazioni famigliari, gli incontri, le speranze e i segreti di Roma, quella dei suoi primi anni in Italia e quella di oggi (...)’. Il riconoscimento ha certamente un altissimo valore, non solo perche’ viene conferito dall’ente italiano che rappresenta gli artisti, ma anche perche’ quest’anno SIAE si e’ fatta promotrice dell’idea di Özpetek di celebrare ogni 20 Febbraio la ‘ Giornata dei Camici Bianchi’ in onore di tutto il personale sanitario che nei giorni di maggiore crisi pandemica ha lavorato incessantemente per salvare vite, mettendo a repentaglio la propria. Ecco che, ancora una volta, a ben guardare, le situazioni in cui le cose turche incontrano quelle italiane sono tante e assumono varie sfumature, a testimonianza di una connessione profonda che, emergendo a volte imprevedibilmente, conferma  una certa magia.

 

A cura di Valeria Giannotta

 



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