Euro, Rossi (Bankitalia): disastroso per Italia pensare a uscita

D'altro canto l'analisi finanziaria offre indicazioni contrarie. Dal 2017, diversamente dagli anni precedenti, sarà maggiore la presenza di titoli di Stato con la Cac, clausola di azione collettiva che impedisce di fatto la ridenominazione in valuta local

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Euro, Rossi (Bankitalia): disastroso per Italia pensare a uscita

ROMA/MILANO (Reuters) - Banca d'Italia considera 'disastrosa' l'ipotesi di uscita dall'euro.

Intervistato questa mattina su radio Rtl, il direttore generale della banca Salvatore Rossi ha anche detto che il protezionismo è dannoso per tutti.

Lo scenario di uscita dall'euro "è uno scenario di disastro, di catastrofe, che non vuol dire che non possa succedere ovviamente perchè tutto può succedere" ha detto, spiegando che i risparmi degli italiani si svaluterebbero fortemente.

"Se si passa dall'euro alle vecchie monete nazionali, il sistema dei pagamenti europei va adattato e ci vogliono mesi e mesi" ha detto Rossi. "E durante questi mesi che succede? Chi ha risparmi in euro sa per certo che tra sei mesi quei risparmi varranno la metà, se si appartiene a un paese come l'Italia tendenzialmente svalutazionista. Quindi i risparmi varranno meno, forse la metà, due terzi, molto meno comunque".

 

ITALEXIT, PER MEDIOBANCA COSTI FINANZIARI, VANTAGGI ECONOMICI

In un recente rapporto, l'ufficio studi di Mediobanca prende in considerazione la fattibilità di un'uscita dell'Italia dall'euro e le conseguenze per il debito pubblico.

Mediobanca sottolinea che da un punto di vista economico l'Italia potrebbe avere forti incentivi a riottenere la sovranità monetaria nazionale. La mancanza di crescita e competitività e l'alta disoccupazione sarebbero meglio affrontabili con un ritorno alla lira e con la svalutazione competitiva che ne deriverebbe. Per questo le preoccupazioni degli investitori sull'uscita dell'Italia dall'euro sono comprensibili, scrivono gli analisti della banca d'affari.

D'altro canto l'analisi finanziaria offre indicazioni contrarie. Dal 2017, diversamente dagli anni precedenti, sarà maggiore la presenza di titoli di Stato con la Cac, clausola di azione collettiva che impedisce di fatto la ridenominazione in valuta locale di debito pubblico emesso in euro.

Il saldo tra costi e benefici di una uscita, secondo i calcoli di Mediobanca sarebbe quindi negativo per 71 miliardi. Infatti, ipotizzando una svalutazione della nuova lira del 30% nei confronti dell'euro (rispetto al rapporto iniziale di 1.936,27 lire per euro), Mediobanca calcola che nel 2017 i 178 miliardi di minor costo del debito senza Cac convertito in nuove lire sarebbe superato dai 249 miliardi di maggiori oneri per i titoli con Cac in euro.

Nel dibattito è stato coinvolto recentemente anche il presidente della Bce. Rispondendo all'interrogazione di due parlamentari europei del Movimento 5 Stelle, Mario Draghi ha spiegato che, in caso di uscita dell'Italia dall'euro, Banca d'Italia dovrebbe rimborsare crediti e passività nei confronti della Bce. A fine 2016 nel sistema di pagamenti europeo Target2 il saldo negativo dell'Italia a fine 2016 era pari a circa 357 miliardi.


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